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Parchi eolici: fast permitting secondo Wind Europe

Entro il 2030 gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno installare 480 GW di energia eolica. Attualmente sono 190 GW: per raggiungere l’obiettivo dovranno dispiegare oltre 35 GW di parchi eolici l’anno in poco più di otto anni.

Purtroppo, la maggior parte degli Stati membri è in ritardo rispetto alle scadenze legalmente vincolanti per l’autorizzazione di nuove rinnovabili e per potenziare gli impianti eolici.

Per questo è cruciale accelerare la pianificazione territoriale e le autorizzazioni. Ecco i suggerimenti di Wind Europe per raggiungere questo risultato.

PIANO D'AZIONE REPowerEU: IMPIANTI EOLICI ENTRO IL 2030

Con il pacchetto REPowerEU l’Unione Europea ha avviato il processo di indipendenza dai combustibili fossili, tra cui quelli russi. Le misure del piano intendono far fronte a questo obiettivo tramite: il risparmio energetico, la diversificazione dell’approvvigionamento energetico e l’introduzione accelerata delle energie rinnovabili.

Al fine di velocizzare la procedura di autorizzazione per i progetti di impianti da fonti rinnovabili, la Commissione Europea ha proposto di sancire il principio secondo cui le fonti rinnovabili sono di “interesse pubblico preminente” e ha chiesto agli Stati membri di definire le “aree idonee” in cui i progetti rinnovabili possano beneficiare di autorizzazioni sempre più rapide. In Italia questo iter non è ancora stato completato.

I SUGGERIMENTI DI WINDEUROPE PER ACCELERARE LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI EOLICI IN ITALIA

Da parte sua, WindEurope ha presentato una serie di ulteriori raccomandazioni agli Stati membri per migliorare i processi autorizzativi. Secondo l’associazione europea dell’industria eolica, gli Stati membri dovrebbero attuare le seguenti misure:

  • Creare modelli di “sportello unico “, anche per i progetti eolici onshore, pilota e dimostrativi;

  • Chiarire le responsabilità tra le autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni;

  • Definire le diverse scadenze del processo entro le quali ogni autorità deve agire;

  • Applicare la “regola del silenzio-assenso “: in caso di mancata risposta da parte dell’autorità amministrativa, entro i termini previsti, il permesso o la richiesta si considerano approvati;

  • Rafforzare l’organico delle autorità preposte al rilascio dei permessi e garantire che il personale sia formato correttamente e possieda le competenze adeguate;

  • Digitalizzare i processi di autorizzazione.

PROSSIMI STEP PER LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE: DEFINIRE TERRENI PER EOLICO O IMPIANTI OFFSHORE

Sempre secondo Wind Europe, la maggior parte degli Stati membri dovrebbe cominciare ad identificare attivamente e in numero sufficiente le zone in cui possa essere realizzato un parco energia rinnovabile in modo sicuro e rapido. In particolare:

  • dovrebbero fornire informazioni facilmente accessibili sui siti disponibili e sui vincoli esistenti, comprese mappe online e banche dati (GIS);

  • per realizzare un parco eolico offshore, dovrebbero coordinare il loro approccio alla pianificazione dello spazio marittimo a livello di bacino marino;

  • non dovrebbero essere escludere a priori i parchi eolici dai siti Natura 2000, a condizione che i progetti siano sottoposti a un’appropriata Valutazione di Impatto Ambientale;

  • dovrebbero allentare le restrizioni sull’altezza massima dei pali eolici in quanto comportano l’impossibilità di utilizzare le più recenti ed efficienti tecnologie;

  • la migliore pratica sarebbe una distanza dalle case di almeno 500 metri. Alcuni Paesi in Europa applicano una distanza inferiore e dovrebbero continuare a farlo.

Ci soffermiamo su quest'ultimo punto, riportando il caso di successo di Octupus Energy U.K.

SCONFIGGERE LA SINDORNE NIMBY OFFRENDO SCONTI DI PROSSIMITÀ: IL CASO ENERGY OCTUPUS U.K.

Spesso il nemico delle fonti rinnovabili più duro da sconfiggere è la sindrome Nimby, acronimo che sta pernot in my backyard, ossia "non nel mio cortile". Si verifica quando le comunità locali si oppongono con fermezza alla costruzione vicino alle loro case di pali eolici, pannelli fotovoltaici o impianti a bioenergie.

Succede di frequente anche in Italia: le motivazioni sono riconducibili alla volontà di tutelare un paesaggio ritenuto immutabile, alla paura di subire impatti negativi (rumori, odori) e alla scarsa informazione sui vantaggi dei nuovi impianti green.

Per far fronte a questo problema, Octupus Energy U.K. ha offerto un beneficio economico a tutti coloro che vivono nelle vicinanze di una delle loro strutture che producono energie rinnovabili a Market Weighton e Caerphilly.

Visto il successo, ha poi lanciato la prima piattaforma digitale, Plots for Kilowatts, per fare incontrare domanda e offerta di eolico. Perfino il governo Uk sta valutando di lanciare schemi di supporto alle rinnovabili basati su queste tariffe di prossimità.

Secondo Giorgio Tomassetti, A.D. di Octupus Energy Italia, per replicare impianti eolici in Italia mancano ancora due step: portare nel Paese l’attività di produzione di energia di Octopus, quindi con impianti proprietari, e adattare il software Kraken al mercato italiano.

Bisogna poi tener conto di diverse difficoltà, a partire dalle incertezze su burocrazia e autorizzazioni. Per questo motivo, al fine di accelerare i tempi, si pensa anche di acquisire impianti esistenti e non solo di costruirne di nuovi.

La strada, insomma, è quella di coinvolgere le comunità locali, garantendo vantaggi economici per l’affitto terreni per eolico o la vicinanza ad un campo eolico. Solo così potrà essere sviluppato più rapidamente l’enorme potenziale delle rinnovabili, portando elettricità verde a basso costo e prodotta localmente a un numero crescente di consumatori.


IL COMMENTO DI SOLARITES

Le proposte di Wind Europe sembrano, per il lettore esterno al settore, di assoluto buonsenso. Gli operatori che invece ben conoscono il dedalo di leggi e competenze che governano l’attività di permitting in Italia vedono queste proposte molto più lontane dalla realtà dei fatti.

Una maggiore chiarezza, semplificazione, uniformità a livello nazionale e - soprattutto - la certezza delle tempistiche dei processi burocratici porterebbe al raggiungimento degli obiettivi posti in sede europea mantenendo aperto un dialogo trasparente e costruttivo con gli stakeholders sul territorio.

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