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Decreto Aree Idonee fotovoltaico e eolico: dubbi e soluzioni

Il Decreto Aree Idonee per le energie rinnovabili è stato oggetto di dibattito e discussione tra vari attori del settore energetico in Italia. Questo decreto, progettato per promuovere e semplificare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nel paese, ha suscitato una serie di preoccupazioni e interrogativi tra gli operatori nel settore fotovoltaico ed eolico.

In questo articolo, esamineremo alcune delle principali critiche sollevate riguardo al decreto aree idonee fotovoltaico e eolico e il suo impatto sul futuro delle energie rinnovabili in Italia.


Decreto aree idonee fotovoltaico: gli ostacoli rilevati da Italia Solare


Uno dei principali punti di preoccupazione riguardo al Decreto Aree Idonee è emerso nel settore fotovoltaico. Gli operatori del fotovoltaico esprimono dubbi sul fatto che il decreto possa effettivamente semplificare i processi di sviluppo e ridurre i vincoli burocratici.

Un esempio concreto di questo dilemma proviene da Italia Solare. la più importante associazione nazionale del fotovoltaico sottolinea come i vincoli inseriti nella proposta di decreto penalizzino fortemente la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra in aree classificate agricole, poiché tali vincoli si applicano anche ad aree compromesse o di scarso interesse per l’uso agricolo, essendo in prossimità di strutture produttive o di infrastrutture.

Inoltre, le corsie preferenziali a favore degli impianti elevati da terra, previste nel decreto, porteranno a costi di realizzazione più elevati e a sicure problematiche di accettazione degli impianti da parte delle comunità locali, rendendo assai difficoltosa la diffusione del solare sul territorio italiano, in contrasto con gli obiettivi della proposta di nuovo Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec).

Decreto Aree Idonee eolico: i dubbi dell’ANEV


Anche il settore eolico ha sollevato interrogativi sulla bozza del Decreto Aree Idonee. Gli operatori eolici temono che le restrizioni proposte possano limitare la capacità di sviluppare progetti eolici in aree potenzialmente vantaggiose dal punto di vista energetico.

L’associazione nazionale dell’energia del vento ANEV, infatti, ritiene che il provvedimento sia poco soddisfacente per il settore.

Il primo aspetto negativo che rileva riguarda i criteri per individuare le aree idonee. La fascia di rispetto tra i beni sottoposti a tutela e gli impianti eolici è rimasta di 3 km, nonostante le ripetute segnalazioni. Si sarebbe auspicato che tale limite potesse essere equiparato a quello previsto per il fotovoltaico, ossia a 500 metri.

Il mantenimento di tale distanza, infatti, impedirà l’individuazione di aree idonee in quantità sufficiente a realizzare i numeri contenuti nell’obiettivo settoriale, in considerazione della conformazione geografica e delle caratteristiche territoriali della nostra Penisola.

Il secondo elemento critico rilevato riguarda il fatto che si prende come elemento per l’individuazione delle aree idonee la ventosità delle aree sulla base di strumenti inadeguati a tale scopo. Le mappe del vento, infatti, sono un interessante strumento indicativo della ventosità su macro aree, ma non adeguato a calcolare una produttività specifica di un impianto eolico”.

Nel complesso, molti nel settore delle energie rinnovabili ritengono che il Decreto delle Aree Idonee potrebbe introdurre più limiti che semplificazioni. L'esempio principale di questa preoccupazione è che l'obiettivo di promuovere le energie rinnovabili attraverso semplificazioni amministrative potrebbe essere vanificato da ulteriori regolamentazioni e vincoli.


Commento di Solarites


Nonostante l'intenzione di semplificare e promuovere le energie rinnovabili in Italia, il Decreto Aree Idonee ha suscitato una serie di preoccupazioni nell’industria. È importante affrontare queste preoccupazioni e lavorare in collaborazione con il Governo per garantire che il decreto raggiunga i suoi obiettivi desiderati. La transizione verso le energie rinnovabili è cruciale per affrontare la crisi climatica, e il dialogo tra le parti interessate è fondamentale per il successo di questa transizione.


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