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Comunità energetica come funziona e quali sono i vantaggi

Le comunità energetiche sono aggregazioni di cittadini, aziende o enti pubblici che collaborano per produrre, consumare e condividere energia rinnovabile in modo sostenibile. Esistono per rispondere alla necessità di transizione verso un sistema energetico più pulito, decentralizzato e partecipativo, riducendo l'impatto ambientale delle fonti tradizionali di energia.


Le comunità energetiche sono rivolte a diverse categorie di attori, tra cui cittadini, cooperative, aziende e amministrazioni locali, che desiderano essere attivamente coinvolti nella gestione e nell'utilizzo delle energie rinnovabili. I vantaggi economici e ambientali offerti dalle comunità energetiche includono: la riduzione dei costi energetici, la creazione di posti di lavoro locali, la diminuzione delle emissioni di gas serra e una maggiore resilienza energetica.



Comunità energetiche normativa aggiornata a giugno 2023


L’Italia si sta adeguando al contesto europeo per favorire lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e l’autoconsumo collettivo. Nel corso del 2023 è stata inviata alla Commissione Europea la bozza del decreto Mase. I punti chiave del Decreto sono:

  1. la definizione dell'incentivo a tariffa premio per scaglioni in base alla potenza degli impianti;

  2. la regolamentazione dell’accesso/erogazione del contributo PNRR dedicato alle comunità energetiche nei comuni con meno di 5mila abitanti;

  3. l’individuazione delle regole per l’accesso ai benefici e delle attività di monitoraggio e valutazione.

Per quanto riguarda l’incentivo a tariffa sull’energia condivisa la potenza incentivabile è di 5 GW, con un limite temporale fissato a fine 2027.

Il contributo a fondo perduto al 40% per le CER nei comuni con meno di 5mila abitanti è finanziato con 2,2 miliardi di euro del PNRR e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno 2 GW e una produzione indicativa di almeno 2.500 GWh ogni anno.

Possono accedere agli incentivi tutte le tecnologie rinnovabili - fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse - fatta salva la potenza massima di 1 MW degli impianti. Il limite non vale per le CER del ministero della Difesa o per quelle delle autorità portuali, mentre sono esclusi gli impianti che hanno goduto del Superbonus 110%.

Chi sceglierà di associarsi ad una Comunità energetica dovrà individuare sia un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili che altri utenti connessi alla stessa cabina primaria. Al momento, sono state pubblicate le prime mappe delle aree sottese alle singole cabine primarie da parte dei distributori, come richiesto dal TIAD.

Ora non ci resta che aspettare:

  • l’approvazione e entrata in vigore del decreto attuativo MASE;

  • l’entrata in vigore del TIAD;

  • l’aggiornamento delle regole normative GSE;

  • la pubblicazione delle aree sottese alle singole cabine primarie su un portale centralizzato gestito dal GSE.




Comunità energetiche esempi in Italia


Comunità Energetica Magliano Alpi - progetto Energy4Com


A Magliano Alpi è stata costituita la prima CER Energy City Hall. La gestione tecnico-operativa è stata affidata a Energy4Com.

Il Comune ha installato un impianto fotovoltaico da 20 Kwp sul tetto del municipio. L’impianto può condividere l’energia prodotta e non autoconsumata con la CER. Attualmente, la Comunità Energetica di Magliano Alpi è formata dalle utenze della biblioteca, della palestra e delle scuole, oltre ai quattro residenti che per primi hanno aderito al nucleo di partenza.

Allo stesso impianto saranno collegate anche le due colonnine di ricarica EV, utilizzabili gratuitamente dai residenti. Il Comune ha, inoltre, acquistato gli smart meters, che sono stati collegati a tutti i POD aderenti alla CER.



Autoconsumo Collettivo di Pinerolo - progetto Energheia


L’ AUC di Pinerolo è il primo condominio d’Italia operativo in regime di autoconsumo collettivo. È stato realizzato da Acea Energia, in joint venture con Tecnozenith, con la collaborazione dell’Energy Center del Politecnico di Torino.


Dal punto di vista energetico, l’edificio è quasi completamente autonomo: per il 90% consuma quanto prodotto dall’impianto solare fotovoltaico da 20 kW e dal solare termico. Oltre alle utenze di 10 appartamenti, questo impianto alimenta una pompa di calore posizionata sul tetto da 83 kW, in regime di riscaldamento, o da 71 kW, quando è in funzione per il raffrescamento. Il condominio è anche dotato di batterie da 13 kWh per l’accumulo di energia da impiegare all’occorrenza minimizzando il prelievo dalla rete.


Comunità energetica rinnovabile a Ussaramanna - progetto Ènostra


La CER di Ussaramanna è una delle prime ad essere stata attivata da Ènostra in qualità di consulente per lo sviluppo. I benefici annui attesi per i membri della comunità sono di circa 188 € ogni MWh di energia condivisa.

Dal punto di vista impiantistico i siti di produzione di energia elettrica sono due: l’impianto fotovoltaico da 11 kW, già realizzato sul tetto del Municipio e già in produzione, e un nuovo impianto, da 60 kW, sulla copertura del Centro di Aggregazione Sociale.





Ipotesi applicative di comunità energetiche nel settore privato e pubblico


Vista la variabilità dei benefici economici sulla base della potenza installata e dei profili di consumo, non è sempre semplice valutare la convenienza dell’investimento in una comunità energetica. Per aiutarci a comprenderne le potenzialità diamo un'occhiata alle simulazioni Rse su un studio con possibili configurazioni e tempi di ritorno dell'investimento secondo gli incentivi previsti dall'ultima bozza dell'atteso decreto.

Il caso riguarda la costituzione di una CER che decide di realizzare un impianto fotovoltaico da 200 kW di picco. La comunità è composta da 180 utenze che si trovano all’interno del perimetro della stessa cabina primaria a cui è connesso l’impianto. Emerge che la realizzazione di una CER, attraverso l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, secondo un criterio approssimato di 1,1 kWp per utente residenziale, è economicamente fattibile.



Investimento diretto


Nel caso di un investimento diretto dei singoli membri, la vendita dell’energia e gli incentivi previsti consentono un tempo di ritorno che si attesta tra i 6 e i 7 anni, con un risparmio medio per ciascuna utenza coinvolta del 40-50% sulle componenti variabili della bolletta elettrica, per i 20 anni di incentivazione.


Investimento da parte di un soggetto terzo


Nel caso in cui l’investimento sia effettuato da un soggetto terzo, si è ipotizzato che per ripagare l’impianto l’investitore trattenga la remunerazione derivante dalla vendita dell’energia oltre alla metà dell’incentivo. In questa configurazione il tempo di ritorno è di circa 9 anni, a cui è possibile aggiungere per il soggetto terzo altri vantaggi non monetizzabili, come la possibilità di acquisire nuovi clienti e offrire loro ulteriori servizi. In questo secondo caso, gli utenti beneficiano di un risparmio medio del 15% sulle componenti variabili della bolletta elettrica, con l’unico impegno di mettere a disposizione dello schema i propri consumi.


Investimento da parte di un comune con meno di 5mila abitanti


L’ultimo caso considera l’installazione di un impianto fotovoltaico in un comune con meno di 5.000 abitanti, in modo da poter beneficiare del contributo del 40% in conto capitale previsto dal Pnrr. Questa iniziativa, promossa da un soggetto pubblico, mira a sostenere gli utenti in povertà energetica e di conseguenza, anche per la valutazione della sua sostenibilità, occorre considerare le finalità sociali che persegue. Secondo i parametri adottati, è possibile affermare che grazie alla CER sia possibile ridurre la spesa per le componenti variabili della bolletta delle famiglie interessate in un range che varia tra il 23 e il 33%, in funzione della numerosità delle famiglie coinvolte.


Commento di Solarites


Le CER sono uno strumento moderno per la gestione e distribuzione diffusa dell’energia elettrica. Sarebbe riduttivo pensare alle CER come un mero sistema incentivante anche se, come si è visto, il beneficio economico è evidente.

Finita infatti l’ondata di incentivi degli anni ‘10 legati al fotovoltaico in Italia - che agli occhi del consumatore finale ha portato solo a un aumento dei costi fissi in bolletta - questa nuova modalità di energy sharing permetterà alla rete di crescere in maniera più capillare, limitando i costi di grosse dorsali centralizzate da un lato e restituendo risorse economiche a chi aderirà alle CER dall’altro, con un risultato propriamente win-win.

Lo spirito delle CER è quindi di rendere la rete più bilanciata per affrontare le future necessità energetiche, anche in vista della mobilità elettrica che metterà sicuramente alla prova la tenuta delle infrastrutture energetiche del paese.





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